2

IL MARE E’ DI TUTTI

 

“Il volto capace di assumere espressioni multiformi; i capelli castano chiari tagliati in progressione geometrica lungo il collo; le caviglie sottili, ardite...E le...Ma non era quello, no...C’ era ben altro..”.

 

 

-Il mare è di tutti, ma non per tutti...
-E che vuoi dire?
-Che tutti ci possono andare, ma non tutti ci dovrebbero andare...
-Vuole alludere a me?
-No, ci mancherebbe...
-E allora?
-E allora vedi tu...
-Siamo passati già al “tu” confidenziale?
-Diamoci del voi...Allora...Ma magari, per comodità di discorso...
-E allora sbrighiamoci, perché devo andare a pranzo...
-Allora, cominciamo a dire che sono geloso...
-Guarda che non attacca...
-Ordiniamo almeno un aperitivo...
-E ordiniamo ‘st’ aperitivo...Anche se mi ci vorrebbe un caffè...
-E prenditi il caffè...lo meglio di no, perché il caffè mi eccita...
-Eccita..?
-Sì, mi eccita proprio...
-Perciò meglio l’ aperitivo...
-Cosa?
-L’aperitivo...
-No, dico: quale?
-Uno qualunque...Analcolico...
-Senta...Uno qualunque analcolico e un Campari Soda...Ci sediamo? Così ci
portano pure le patatine e le olive...
-Veramente vado di fretta... Ho sonno...Mangio qualcosina e vado subito a
dormire...
-Beh, qualche minuto...A stare in piedi...
-E va bene...
-Pranzi in albergo?
-Sì, sì...
-Hai ancora sonno?
-Avrò dormito soltanto due ore, più o meno dalle nove, fino a poco
fa...Avevamo detto a mezzogiorno, giusto?
-Guarda che stavi già dormendo ‘stamattina presto, quando mi sei piombata
addosso...
-Meno male che non ci siamo fatti niente...
-Noi no, per fortuna...E neanche la tua macchina un granché...Ma la mia...
-Ma se è soltanto una piccola ammaccatura?!? A parte che poi su quella
macchina, per come è ridotta, nemmeno si vede...Uno neanche ci fa caso...

E poi non stavo certo dormendo, io...Eri tu che te ne stavi fermo dietro la curva...

-Non stavo fermo, procedevo a velocità moderata...Quelle curve bisogna prenderle dolcemente, se no si finisce direttamente a mare... E anch’ io avevo viaggiato tutta la notte, ma non dormivo guidando...
-E certo...
-Comunque, dicevo...A parte il fatto che non è una piccola ammaccatura, come dici tu, ma trattasi di una bella bottarella, vistosamente, purtroppo, rilevabile, mi hai preso da dietro...E’ pericoloso, sai? Prendere da dietro...Non usi la retromarcia, non prendi precauzioni, ma fa sempre male e hai sempre torto...
-Guarda che non fa ridere...
-Peccato...Tu non ridi mai...Ma cosa hai capito? Volevo dire, insomma, chi prende da dietro un altro ha sempre torto e paga...
-Siamo qui per questo, no?
-Infatti...
-E allora: questi sono i documenti, questa è l’ assicurazione, il modulo è già compilato, I’ho fatto prima di venire, mi sono presa tutto il torto, firmiamo e facciamola finita...Paura che scappassi?
-No...
-Ma se insistevi per farlo già ‘stamattina...
-Ma che stai dicendo? Ma se sono stato io a farti venire qui a mezzogiorno, per fare tutto con calma, bevendo un aperitivo...A proposito, ecco che arriva...Ecco...Grazie...Cin cin e prosit...
-Sì, ma senza calma...
-Bevi sempre uno qualunque?
-Non lo so. ..E tu bevi sempre un Campari Soda?
-Quando ero in Marina, sulla nave il rancio era uguale per tutti, per noi della truppa, sottufficiali e ufficiali...Solamente il capitano si faceva portare prima un Campari Soda...Così mi è rimasta questa abitudine, quasi per compensare ancora e ogni volta quel desiderio di allora... Dopo il servizio militare...Diciotto mesi, fra Taranto e La Spezia...
-Sì, adesso mi racconti tutta la guerra...
-Va bene, ho capito...Dai, firmiamo...
-Ecco, firmiamo, tanto è questo che ti importa, e andiamocene...
-Ecco fatto...
-Questa è la mia...
-Adesso tocca di nuovo a te...
-Sì, ecco...Contento?

 

 

 

-Sì, cioè...No...
-Che c’è ancora?
-No...Cioè...Magari questo rito della firma per l’ assicurazione avremmo potuto liquidarlo già ‘stamattina presto...La volontà di rimandarlo, potrebbe essere stata frutto di calcolo...
-In che senso, scusa?

-Potrebbe essersi trattato di un pretesto...Per approfondire l’ occasionale conoscenza...Che altrimenti sarebbe passata via senza lasciare traccia.. .E certo sarebbe stato un peccato...
-Dici?
-Dico...Niente avviene mai per caso...Altro che occasionale...Quando si dice il destino...
-Credi nel destino?
-lo credo che gli eventi decidano per noi...Noi possiamo al massimo assecondarli, cercare di capirli, per poterli sfruttare così a nostro vantaggio, o quanto meno rivolgerli al minor danno possibile, se funesti, trasformarli ancora possibilmente da positivi in negativi, ma mai determinarli...Accadono da soli.. .E tutto quello che accade certe volte, succede perché ci deve essere un motivo... Una sigaretta?
-Sì, grazie...
-Fumi le Marlboro?
-Sì, perché?
-E’ una storia lunga...Te la racconterò un’ altra volta...
-Non ci sarà un’ altra volta...
-Ma come?
-‘Stasera riparto...
-Ma che stai dicendo? Non sei venuta qui per le vacanze? Per favore...
-E’ una storia lunga...
-Me la racconterai ‘stasera...
-Non ci penso neppure...
-A vederci ‘stasera?
-A raccontartela...
-Allora vuoi dire che ti racconterà io la mia delle sigarette...Va bene?
-Guarda che c’è il mio fidanzato...Esco con lui...
-Se devi uscire col tuo fidanzato, vuoi dire che non devi ripartire...
-Senti, saranno fatti miei che cosa devo fare o non fare, no?
-No, sono pure fatti miei!
-Ah, sì?!? E da quando?
-Da ‘stamattina...
-Ahh...E perché?
-Il perché non lo so ancora...Devo ancora scoprirlo…Ma in attesa di sviluppi...

-Scordatelo! Che cosa ti sei messo in testa? La turista in vacanza...L’ uscita notturna...Andiamo a casa tua, dopo? Davvero, non hai capito niente, credimi...E poi, tu non sai niente di me...
-So quello che mi basta sapere...

-Ma che cosa sai di me?!?

-Che hai prenotato l’ albergo per un mese, soltanto quando sei arrivata all’ improvviso, ‘stamattina, trovando una camera per fortuna e soltanto perché hai insistito che te la dessero, dicendo che ti saresti fermata almeno un mese...Che hai dato l’ ordine tassativo di non dire a nessuno che c’ eri, se qualcuno t’ avesse cercato, chiunque fosse stato...Che avresti consumato i pasti sempre lì...Continuo..?

 
-E continua...


-Dici spesso bugie?


-Quando sono costretta...Ma tu, come hai potuto..?

-Che arrivi da Modena...Che hai...Beh, non sta bene dire l’ età di una signora... Facciamo di meno di quaranta? Facciamo...Anche se vedendoti sembrerebbero meno di trenta…Una bella età per una donna...Anzi, che dico? La migliore! Con il pieno della vitalità e il culmine della bellezza. Quando, bruciate le esperienze, si è pronti per spiccare il volo verso orizzonti di gloria...


-E continua...

-Basta...Il resto devo ancora scoprirlo...Ma forse sono soltanto dettagli, mia cara Loredana, Loredana sì, cara probabilmente, e mia no...Del genere: a chi appartenga la sfavillante BMW che hai condotto fin qui con tanta perizia...Cioè, chi sia quel tal Giovanni Perego cui essa è intestata...

-Non sono dettagli, purtroppo...


-No..?!?
-Comunque...Come mi chiamo e il nome di Gianni l’ hai appena visto adesso che abbiamo firmato le carte...Ma per il resto, come hai fatto?


-Potrei invocare il segreto professionale...


-Sei un poliziotto? Un carabiniere?

-Peggio...
-Dai...?!? I servizi segreti?!?

-Esagera...
-Il portiere...Ecco chi te l’ ha detto: il portiere dell’ albergo! E’ l’ unico con cui ho parlato...


-Intuitiva...Brava!
-E’ stato lui, vero?


-Vedi di non fargli perdere il posto...Lavora soltanto la stagione... E’ figlio di un mio vicino di casa al paese... Forse è soltanto lo strumento del destino...

-Stai tranquillo, adesso che torno gli do la mancia...

-Basterà che tu faccia finta di nulla...

-E poi ‘stasera esco con te...

-Magari...
-Tu sei di qui, vero? Anche se vieni da Milano...

 
-Hai fatto anche tu le tue indagini?

-No, ho visto la targa della tua scassatissima macchina e il resto l’ ho sentito da te...

Già, sono di qui...Anche se da più di vent’ anni vivo e lavoro stabilmente a Milano...A parte un periodo d’ estate, quando...
-Non mi interessa...
-Guarda che non penso affatto di coinvolgerti in una serata mondana...Non ci penso neppure...Certe cose non mi interessano più...Però la sofferenza che hai dentro, questa tua disperazione senza rimedio, non riesco a sopportarle...
-Lascia stare...Ti prego...Scusa, adesso vado...Grazie per l’ aperitivo...Non dire altro...Ti prego...Credimi...E’ così...E’ meglio così...


 

C’ era ancora luce, benché il sole andasse oramai a scomparire, colorando d’ un rosso d’ acquerello tutto intorno l’ orizzonte, là dove il mare prende dal cielo la stessa tonalità d’ azzurro.


Gino, in piedi, appoggiato di lato alla sua macchina, accese un’ altra sigaretta, l’ ultima, giurò, per quell’ attesa, che sapeva già sarebbe stata inutile. Così vicina, nella sua camera d’ albergo, a quel lungomare d’un tramonto d’ agosto, così lontana, in una geografia dell’ anima, nella sua isola misteriosa.

 

Blob: il volto capace di assumere espressioni multiformi; i capelli castano chiari tagliati in progressione geometrica lungo il collo; le caviglie sottili, ardite...E le...Ma non era quello, no...C’ era ben altro...


Gettò via la sigaretta ancora a metà, risalì in auto, mise in moto, partì.

C’era dell’ altro, ma neanche di misterioso: di complesso, certo, forse di sconvolgente...Lo sentiva...La sentiva...Pensava, mentre guidava, uscendo dal centro abitato e schiacciando pericolosamente sull’ acceleratore lungo la statale.

 

Era già buio fatto e deciso.

Aveva sonno; del resto, ne aveva ben d’ onde.

Velocemente gli sfilavano in testa i titoli di coda: i fari sull’ autostrada, quella lunga linea grigia; le colonnine d’ emergenza, che oramai, dopo l’ avvento dei telefonini, suono pressoché superflue; le aree di servizio; le onde del mare; il tavolino del bar; l’ alba e il tramonto; il giorno e la notte...Ma poteva andarsene a dormire alle otto di sera?

 

Frenò di colpo e, non appena poté, fece inversione di marcia.

 

A Otranto una segnaletica opportunamente predisposta convoglia chi arriva dalla statale, da qualunque direzione giunga in questo estremo lembo orientale della penisola, verso la zona del porto.
Qui, un ampio piazzale, l’ unica area destinabile a parcheggio, accoglie le auto dei turisti, a fatica estrema, d’ estate.
Vicino, i moli, con le piccole barche ordinate, cullate da onde leggere, mosse dall’ entrata in rada delle uniche navi: i traghetti per la Grecia e l’ Albania.

Dal piazzale, una specie di percorso obbligato conduce al castello, illuminato di tutto punto e attraversato da pontili, che, salendo, passando attraverso la porta a mare, finiscono nei vicoli del centro storico.
Romanzi, racconti e leggende s’intrecciano nell’ aria. Tornano i mercanti, con i loro carichi di stoffe e di spezie. Piangono le anime dei martiri. Trepidi nella notte occhi ansiosi temono ancora l’ arrivo dei pirati Saraceni.