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“Che cosa ci stava facendo quell’uomo, cioè, io, nella sera già calata, al freddo e al gelo, sconsolatamente seduto da solo sulla sommità dello schienale e i piedi al posto del sedere sulla piattaforma rigida di una panchina di una Piacenza avvolta nelle spire di un inverno rigidissimo?”
Sussurri e grida fra quei due...E già...Che fortuna avere incontrato lei...Proprio
lei...Che freddo, però! Un freddo bastardo! Ma che sta facendo con quello?
Ma
sarebbe stata un’altra la domanda, se fosse stato un film, come avrebbe detto
Cosimino.
Che
cosa ci stava facendo quell’uomo, cioè, io, nella sera già calata, al freddo e
al gelo, sconsolatamente seduto da solo sulla sommità dello schienale e i piedi
al posto del sedere sulla piattaforma rigida di una panchina di una Piacenza
avvolta nelle spire di un inverno rigidissimo?
Ecco, se fosse un film, se fosse un film comincerebbe così, come in una di
quelle commedie americane parabrillanti e ormai irrimediabilmente datate, con un
bel mio primo piano nelle circostanze sopra descritte e il dettaglio a seguire
sui gomiti oramai saldati dal gelo sulle gambe e sul capo chino, rivolto a
un’espressione del viso la più sconsolata possibile, fra la bufera e altro. Il
freddo bastardo, il ghiaccio, la nebbia, la bufera e altro...Perciò sono venuto
in treno. Quando l’ho vista. Là, proprio là, davanti al piazzale, in macchina,
con un uomo.
Per una di quelle coincidenze significative di cui la vita è capace, l’ho vista,
soltanto apparentemente per caso, perché mai niente avviene per caso, come
quella sera, la prima sera, a Otranto, ma sempre di segni del destino si tratta.
A
bordo di una Renault Laguna verde scuro parlava con un uomo e sembrava pendere
dalle labbra di quello che, con il volto atteggiato a fisionomia di circostanza,
le seguitava a raccontare chissà che cosa...
Nemmeno il tempo di rendermi conto della fortuna di averla incontrata, subito,
nel bel mezzo di una città, in cui poteva pure non esserci addirittura, che già
mi struggevo dalla voglia di sapere che cosa stesse dicendo e chi fosse quello
con cui parlava.
La collera che mi montava serviva almeno a combattere un po’ il freddo bastardo.
-Certo che sono già tutto, che giornalista sarei se non sapessi sempre tutto, al massimo ignoravo le modalità, ma la sostanza dei fatti mi era comunque chiarissima e non da adesso E non solo io: sono in tanti che sanno qui, per quanto non abbiano prove...Ma non parla nessuno e nessuno parlerà mai. Hai fatto bene ad accettare di collaborare e non c’era bisogno di questa busta col memoriale che hai voluto consegnarmi a tutti i costi...Vedrai che non ce ne sarà assolutamente bisogno...Comunque, di me ti puoi fidare, lo sai... E’ sempre stato così...Dopo quello che c’è stato in passato fra di noi...E va bene, anche se non ci sarà mai più niente, va bene, va bene...Le cose si sono aggiustate...Così come, sono sicuro, le cose si aggiusteranno presto per tutti...Per quanto tu sia, e devo dire giustamente, incazzata, per essere stata sempre tenuta all’oscuro di tutto....Ma ne uscirai benissimo...Non essere spaventata...Con le buone, che è meglio che con le cattive, credimi, e nessuno avrà mai più niente da ridire e niente uscirà mai al di fuori di quelli che sanno e non parlano. Sarà così anche ‘stavolta. Sarà così sempre. Altro che la mafia...La mafia...Qui tutto è sotto controllo...Qui c’è gia la tecnocrazia soffocante, il sistema arricchisce pochi, fa stare bene molti e controlla irreversibilmente tutti gli altri...Nelle nostre città, che qualcuno ha definito sazie e disperate…Il sistema...Politici, magistrati allevati e inseriti, banchieri, ah che sono poi loro, i banchieri, i più bastardi, dirigenti delle società, presidenti delle cooperative, e manager vari e assortiti…
Loredana uscì frettolosamente dall’auto, ma, appena ne fu fuori, si fermò di
colpo e girò lo sguardo per tutta la piazza. Poi si avviò a passo deciso verso
di lui, ancora assiso sulla panchina, come se ormai facesse parte integrante del
paesaggio; quando gli fu davanti chinò lateralmente il capo e si aprì in un
dolce sorriso, quasi materno, come a comprendere e perdonare una marachella
innocente di un bambino un po’ discolo; “Ciao!”, gli disse quindi a salutarlo,
così, semplicemente.
Gino rimase fermo; finì
tranquillamente di fumare, tirando ancora qualche boccata, prima di gettare via
il mozzicone e rispose allo stesso modo, esattamente.
-T’avevo
visto, mentre parlavo prima, sai? Lo sapevo che eri qui e sono uscita apposta
appena possibile, a riprenderti...Anche se quasi non credevo ai miei occhi,
quando t’avevo visto all’improvviso, girando casualmente lo sguardo...Quando sei
arrivato?
-Un’ora fa, due, non so bene...
-Ce l’hai fatta? Col treno?
-Ce l’ho fatta! Col treno!
-Ti sarai gelato, qua fuori..
-Che vuoi che sia. T’ho aspettata...T’ho aspettata tanto...
-E hai intenzione di rimanere qui per molto?
-Dipende...
-Dipende da cosa? Dai, andiamo...Ho la macchina qui vicino...Ammesso che parta...Un
miracolo...Ma è già un miracolo che ci siamo incontrati...Meno male che ho
parcheggiato qui ‘stamattina e mio cognato m’aveva riaccompagnato poca fa...Non
sto più al giornale...
-Me l’hanno detto...
-Hai chiesto anche lì..? No, infatti, non ci sono andata, non ci andrò
più...’Stamattina dovevo soltanto sbrigare alcune commissioni a Piacenza e poi
soprattutto dovevo parlare con tutta calma a mio cognato Giorgio, senza che lo
sapesse mia sorella...E meno male, se no non ci saremmo mai incontrati...Dai,
andiamo...Dove andiamo?
-Dipende...
-Dipende da cosa? Uffa, Gino, non fare così, non è colpa mia, te l’ho già
detto...Non potevamo vederci...E meno male che ci siamo incontrati così...
-Sembra quasi che ti dispiace...
-Ma che dici? Che cosa stai dicendo...
-Impressione mia, allora...
-Sicuro...Ma che hai? Sei tutto strano...Sconvolto...Mamma mia, non ti ho mai
visto in questo stato...Che cosa è successo?
-L’ho capito, l’ho capito, sai? Non sono mica scemo...Prima tutte
quelle storie, quelle scuse per non vederci, tutte quelle difficoltà...
-Adesso è colpa mia se fa questo tempo da cani e se sto male...Sono
stata male, è terribile l’influenza di quest’anno, mi ha preso allo stomaco e
non mi è ancora passata, non mi sono ancora ripresa, sai? Sto in piedi per
scommessa...Sono uscita giusto perché avevo urgente bisogno di sistemare le mie
cose e di trovare mio cognato qui...Adesso torno subito a casa...
-A casa dove?
-Da mia sorella...
-E tuo cognato, allora? Che bisogno c’era di vederlo qui adesso?
-Te l’ho detto, dovevo per forza vederlo qui, a Piacenza, questo pomeriggio,
senza che lo sapesse mia sorella...Dai, Gino, credimi...
-lo ti voglio credere...Ma...
-Ecco...Hai iniziato? Guarda che non ne posso più! Sono già esasperata
all’ultimo punto! Non ti ci mettere pure tu adesso...
-Va bene, ma non gridare...Non ho voglia di litigare...E poi, non l’abbiamo
fatto mai..Dovremmo farlo ora?
-Ma dai...Che fretta c’era? Potevamo combinare tutto per bene...Sarei venuta io
a Milano...Ci verrò spesso, a Milano, d’ora in poi...
-Quando? Perché? E poi...Non resistevo più...Dovevo vederti...Voglio capire...
-Che cosa vuoi capire...
-Se hai ricominciato con lui. Perché hai ricominciato, vero?
-Non ho ricominciato proprio niente, anzi...
-E allora?
-E allora che cosa? Come faccio? Scappo di nuovo? E dove? Te l’avevo detto: devo
prima sistemare tutte le mie cose...Non posso mica scomparire un’altra volta...Mi
devo trovare un lavoro...Una sistemazione...Come faccio, se no?
-Puoi stare da me...Per adesso...Poi, vedremo che fare...Ci sono prospettive
concrete...
-Sì...Sì...Ma intanto? Per lasciarlo, ‘stavolta lo devo lasciare davvero...Dobbiamo
spiegarci, farcene una ragione...Convincerci di come stanno le cose per filo e
per segno…
-Che cosa c’è da spiegare ancora?
-C’è...C’è...
-Che cosa?
-Gli devo spiegare...
-Spiegare che?
-Spiegare! Ha diritto a tutte le spiegazioni che vuole...A sapere
tutto quello che vuole chiedermi...
-Tu non gli devi nessuna spiegazione...
-…Tutte le spiegazioni che vuole...E poi, non voglio che pensi a un altro...
-Ah, no?
-No! Mi sentirei in colpa! Sarebbe come se fosse colpa mia...A modo suo, ma mi
ama...Anche se non cambierà mai...
-Perché?
-Perché è così! E altrimenti sarebbe peggio...Per lui...Per me...Anche per noi
due...Tu non puoi capire...
-lo capisco benissimo...Guarda...Un capriccio, forse una vendetta...
-Tu non capisci niente...C’è bisogno di tempo...
-Quest’estate mi sembravi di diverso avviso...
-Quest’estate era quest’estate...E’ andata come è andata...Poi, tu sei
scomparso...
-Ancora? Veramente sei scomparsa tu...
-E’ andata come è andata...Adesso è adesso...Adesso ci sei di nuovo...Lo so...Ma
mi devi dare tempo...Ho bisogno di tempo per lasciarlo...
-Ma quale tempo? E sei sicura di volerlo lasciare?
-Senti, io lo voglio lasciare...Di lasciare Gianni, lo devo a me stessa...Lo
farò...E ‘stavolta per davvero...Quando rompo, io rompo definitivamente...
-Quando rompi tu...
-Sei tu che mi stai rompendo, adesso...Se sei venuto per esasperarmi più di
quanto Io sono già, te ne puoi andare via subito...
-Riportami alla stazione...Riportami, ti dico! Riparto col primo treno...E
muoviti con questa macchina..! Anzi, guarda, lascia stare...Me ne vado a piedi
da solo...Così puoi stare tranquilla, non corri il rischio che ti veda, o che lo
venga a sapere...
-Scendi immediatamente...Allora scendi immediatamente...
-Addio! Si vede che doveva finire così...
-No! Aspetta! Gino...Gino, torna! Ti accompagno io..! Gino, se non torni subito,
non tornare mai più..! Gino, torna indietro! Aspetta! Aspetta! Vieni qua..! Ti
ci porto io in stazione..! Dai, sali! Così ci sediamo un po’ al bar prima che
parti...Forse dobbiamo parlare...
-Devi guardare avanti, Gino, non indietro...Adesso è così...Devi capirlo...Non posso prometterti nulla, adesso...Non voglio illuderti...Mi devi credere...Io lo voglio lasciare…Ci devo riuscire...Penso di potercela fare, a lasciarlo davvero...Soprattutto adesso...Sono sincera...Ci devi credere...Ma non è solo questo...Mi devo trovare un lavoro...Mi devo trovare una casa per conto mio...Devo cambiare in me delle cose...Dopo...Dopo potremo continuare... Dopo un certo periodo di tempo...Sulla base di tutto quel bello che c’è stato fra noi, dopo, potremo continuare...Ma adesso le cose stanno così...Tu devi guardare avanti...Devi essere, come si dice? Lungimirante...Lungi-mirante...
-Comunque, senti...Tu sai già tutto...Va bene...Se c’è da affrontare questa specie di traversata nel deserto, senz’acqua, senza poter neanche vedere la meta, vuoi dire che l’affronterò...Sappi che anch’io forse sono alla vigilia di una svolta epocale...Cosimino sta per partire davvero, concretamente, con quella struttura di agriturismo che ti ho detto...lo dovrei decidermi quanto prima...Cioè, io vorrei...Vorrei chiudere un periodo della mia vita e aprirne un altro...importante...Importante, voglio sentirmi, davvero...Naturalmente, è una possibilità anche per te...Potresti fare quello che meglio credi, al villaggio...Ma soprattutto noi potremmo stare insieme...
-Gino, come faccio...Non lo so...Non voglio illuderti...Non posso impegnarmi adesso...Magari lo farò, come vuoi tu, proprio come dici tu...Ma ci vuole del tempo, comunque ho bisogno di tempo, come faccio, adesso? Intanto, fallo tu...Se tu sei convinto, fallo tu, per te, non per me...Come se io non ci fossi...Poi, magari ci sarò, chi lo sa..? Ma come faccio, adesso? Adesso, tu ci devi credere e noi, noi ci dobbiamo aiutare!
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