..E’ la televisione, bellezza!
Uno dice una cosa, uno un’altra,
un po’ di video, tutto di fretta, e in mezzo un po’ di tonno,
fra l’altro carissimo ( verificate al supermercato: costa più
del caviale ) e Little Tony che si presta alle amenità
pubblicitarie. Così si fa.
Poi, alla fine, qualche meschino
telespettatore che pure avrebbe voluto capire, non ci ha capito
un cazzo di niente. Ma questa è un’altra storia…
Che importa? Qual è l’audience? A
quanto è lo share?
( ah, è andata bene benissimo? 3,
4, un milione e settecentomila spettatori di media, con punte
del 4,9 e oltre due milioni? )
E’ andato in onda ieri sera
martedì 9 giugno a tarda ora, pardon, in seconda serata, a
cavallo di mezzanotte, su La7, “Complotti”, il nuovo programma
condotto da Giuseppe Cruciali, la cui prima parte ( la seconda,
ogni volta è per un fatto diverso ) era dedicata alla morte di
Edoardo Agnelli.
Allora. Grazie a La7, per il solo
fatto di aver pensato e realizzato qualcosa a questo proposito,
anche perché so che, per quanto a tarda ora, pardon, in seconda
serata, comunque è stato raggiunto un pubblico vastissimo, che
almeno è venuto a conoscenza della questione. Grazie in
particolare a Stefano Digioacchino, con il quale ho tenuto i
contatti in questi mesi, e agli altri redattori, che hanno fatto
un meritorio lavoro di ricerca di documenti e raccolta di
testimonianze.
Bellissima, la dichiarazione
dell’epoca del magistrato che dice di voler indagare in tutte le
direzioni, e che poi invece, dopo poche ore, dà l’autorizzazione
a spostare il cadavere del povero Edoardo senza autopsia,
affermando così nei fatti che il caso era chiuso, come suicidio,
ovvio.
Detto questo, sono rimasto come
dire? perplesso. Qui di seguito, sia pur in sintesi
giornalistica, vorrei provare a spiegare le mie perplessità.
Prima di tutto, sono sulla
formula, sulla struttura stessa del programma. Ora, io capisco
che questo è il format che va di moda adesso, capisco i tempo
televisivi, capisco tutto, però, insomma… C’è troppa fretta,
troppa, tale che il telespettatore non riesce a ragionare su di
un elemento, perché già gliene viene proposto un altro, di segno
completamente opposto, magari e il risultato finale, già dopo
qualche minuto, tanto più alla fine, è di una paurosa
confusione, avvilente.
Poi, manca del tutto il
contraddittorio. Non c’è la possibilità di avanzare obiezioni,
di dialogare almeno, di proporre argomentazioni stringenti,
semplicemente di ragionare.
Insomma, se qualcuno dice, per
esempio: “Edoardo era predestinato al suicidio”, non gli si può
opporre rilievi di merito e questa rimane la verità.
Ancora, ho trovato – e non certo
per vanagloria, ci mancherebbe altro – scorretto, prima che
sconveniente, che su di un’ora e passa dell’intervista che avevo
rilasciato, abbiano mandato in onda, pure spezzettato, meno di
un minuto in tutto.
Scusate se esisto, eh! Ma insomma,
l’avevo aperto io il problema, col mio libro ( del quale non è
stata detto nemmeno che è edito da Koinè, altra scorrettezza ) e
proprio io ho “parlato” in trasmissione meno di tutti gli altri,
illustrissimi, ospiti in differita.
Fra l’altro, ci tenevo a dire
quello che mi preme più di tutto, e di cui ovviamente ieri sera
non c’è stata traccia: io non ho fatto un’ inchiesta
giornalistica per dimostrare che Edoardo non si è suicidato; io
l’ho fatta per cercare la verità, o quanto meno avvicinarmi ad
essa il più possibile, con la oggettiva limitatezza dei mezzi di
cui dispone sempre un giornalista.
Ho sentito e registrato tutti e
tutto con lo stesso rigore. Se avessi trovato altro, avrei
scritto altro.
Invece, ecco quello che ho trovato
e che ho dunque scritto:
ELEMENTI CHE CONFERMANO LA TESI
UFFICIALE DEL SUICIDIO: ZERO, TOH, DICIAMO MEZZO;
ELEMENTI CHE SI OPPONGONO ALLA
TESI UFFICIALE DEL SUICIDIO: 20 E PASSA.
Attenzione: non teorie, elementi
concreti. Ci sono almeno venti fatti, non ipotesi, che si
oppongono con ragionevole evidenza alla tesi ufficiale del
suicidio.
Come si fa a concludere che si è
trattato di suicidio? Come è possibile sostenere che non ci sono
elementi per riaprire le indagini?
Spiegatemi come mai Edoardo aveva
i mocassini ai piedi, dopo un volo di ottanta metri, quando a
chi precipita in montagna si sfilano finanche gli scarponi
allacciati. Spiegatemi perché non c’è traccia di impronte
sull’auto rimasta sopra, mentre c’è traccia di terra sulle dita
della sua mano, laggiù. Come mai nessuno l’ha visto, quando su
quel viadotto passano decine di persone al minuto. Come mai sul
certificato ufficiale c’è scritto che era alto 1.75 e pesava 75
kg, quando era alto quasi due metri e in quel momento della sua
vita era soprappeso, e inoltre zoppicava da un piede. E potrei
–e non è una frase fatta - continuare a lungo. Ecco, spiegatemi
queste cose qui, anche soltanto qualcuna di queste cose qui, e
poi dirò anche io che non c’è bisogno di riaprire le indagini.
Ma nessuno mi ha mai spiegato nulla, anzi. Allora, fino a che
qualcuno non spiegherà, non dimostrerà, non indagherà, allora
certo che invece sì, c’è bisogno di riaprire le indagini.
Sui fatti concreti, non sulle
teorie. Ieri sera, a proposito di teorie, è stato dato spazio
spropositato alla versione degli Iraniani, secondo i quali
Edoardo sarebbe stato ucciso da un “complotto sionista” e questo
finisce a far perdere autorevolezza a tutti coloro i quali
mettono in dubbio la versione ufficiale: le ragioni dell’
omicidio di Edoardo ( perché va da sé: se non si è suicidato,
qualcuno l’ha fatto fuori ) non vanno ricercate nelle ipotesi
parareligiose, o fantapolitiche, bensì negli enormi interessi
dei gruppi di potere all’interno dell’impero finanziario ed
economico della Fiat, gruppi che già avevano estromesso di fatto
Edoardo e volevano del tutto eliminare l’eventualità che egli
potesse reclamare, come più volte aveva fatto invano in passato,
i suoi diritti, sia di possesso, sia di gestione.
Già – ed è un’altra cosa
importante, che ho scoperto col mio libro – Edoardo non era quel
personaggio eccentrico che hanno a lungo variamente illustrato,
disilluso e disinteressato. Edoardo era motivato e impegnato, ed
era convinto che un mondo migliore fosse possibile e avrebbe
voluto dare il suo non certo secondario contributo alla pratica
realizzazione di un sistema economico e sociale più equo e più
giusto.
Infine, a Giuseppe Cruciani che ha
sentenziato che si tratta di suicidio, agli altri illustri
partecipanti che hanno sostenuto che non c’è bisogno di riaprire
le indagini, ecco, una cosa sola: la prima, la più evidente, la
più banale.
Spiegatemi perché il corpo di
Edoardo era tutto sommato composto, con il volto e la testa
perfettamente riconoscibili, con nessuna frattura agli arti
superiori ( mentre si spezza un braccio chi cade da una
bicicletta, figurarsi dopo un volo da ottanta metri ) e presunte
fratture interne, ipotizzate in base a una semplice palpazione.
Mentre scrivevo il libro, mi è
stato detto che il terreno fangoso avrebbe attutito gli effetti
dell’impatto e che questo spiegherebbe la mancanza degli sfaceli
fisici che chi cade da una certa altezza inevitabilmente
riporta.
Bene, come chi ha letto “Ottanta
metri di mistero” saprà, io sono andato a vedere, là sotto, che
cosa c’era: ho trovato roccia, non terra, addirittura pietre
affioranti.
Ma sì, mi è stato detto in
seguito: tu ci sei andato in giorni asciutti, assolati, mentre a
novembre del 2000 pioveva, c’era fango là.
Benissimo. Questa storia non finirà mai di stupire. Il
quotidiano “Il giornale” nel paginone dedicato al mio libro di
sabato 07 febbraio 2009, intitolato
L’ultima verità su Edoardo: «Ucciso da un complotto» Scriveva:
«Ho tanta paura» a firma Tony
Damascelli, pubblica alcune foto dell’epoca. In una, con gli
inquirenti sul luogo del ritrovamento del cadavere, si vede
chiaramente che il terreno quel giorno era perfettamente
asciutto: in più, si notano le ruote di una macchina della
Polizia, ferma sulla stradina poco oltre, piene di polvere
bianca. E allora?
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