“Credo adesso che, nel conforto continuo trovatovi e che quindi posso a mia volta elargire a piene mani, ci rimarrò per sempre…”

 

 

San Patrignano, 14 agosto

 
Un serpente che si morde la coda. E’ la notte giusta per iniziare questo diario, che sarà d’ora in avanti il mio giudice e il mio avvocato al tempo stesso, per sempre, l’unico compagno rimastomi, fedele e imperituro amico, al vero inizio dell’anno, il reale spartiacque fra le stagioni. Giorni e ore: entità a me comunque estranee adesso. Sempre più convinto che il tempo non esiste, che non dobbiamo pensare a nulla, che gli eventi non si possono modificare, che, al massimo, possiamo assecondarli, e ora maturato, nella convinzione che avere qualcosa dentro, per poterlo donare agli altri, sia l’unica ragione capace di dare un senso alla nostra strana, sofferta esistenza.

Sono più di quattro mesi che mi trovo qui. Non voglio pensare, no, voglio raccontare, su queste pagine, che non sono carta, ma sono vita, l’unica rimastami, però autentica. Mi trovo bene, sono forte, mi sento tranquillo e motivato.

Andrea Muccioli è stato semplicemente meraviglioso, davvero è un uomo straordinario: ha le idee giuste e, seguendo le orme paterne, dimostra quotidianamente una carica e un entusiasmo eccezionali, oltre a una profondissima sensibilità. Ha fatto bene il Commendatore a farmelo conoscere e chi poteva immaginare che quel grande cuore fosse un convinto finanziatore della comunità di recupero e di lotta alle tossicodipendenze fin dai tempi di Vincenzo, suo fraterno amico...

Ci ero venuto per passare qualche giorno dopo l’incidente, nella estrema prostrazione in cui mi dibattevo. Credo adesso che, nel conforto continuo trovatovi e che quindi posso a mia volta elargire a piene mani, ci rimarrò per sempre.

Abito in una piccola villa immersa fra i fiori del giardino, due stanzette e il servizio; la mattina mi sveglio col fresco e col profumo, la notte mi addormento col silenzio di questi vialetti e col chiarore delle stelle che si vedono sempre dall’alto della collinetta. Mi occupo dell’organizzazione e di tutti gli aspetti pratici legati alla prassi quotidiana di questa composita realtà che è la comunità, vero micro e macrocosmo al tempo stesso.

Da due giorni è arrivata anche Sonia, per specializzarsi nell’assistenza agli ammalati, dopo la felice esperienza siciliana, che per tanti versi l’ha fatta crescere e maturare. Ha voluto lei così. E’ convinta, serena e contenta. Dice che avremo molto di cui parlare. Comunque, gli eventi ci hanno tatto ritrovare e ci faranno stare vicino...No, non penso ad altro...C’è la differenza di età...E poi, è troppo profonda la ferita, ancora ben lungi dal rimarginarsi...Non è detto che unendo due solitudini si trovi la compagnia…Io non me la sento proprio, non ho intenzione, non ne provo il bisogno: non so come dire...Poi...Ho imparato a non ipotecare il futuro, così come a non pensare al passato: vivo solo al presente, giorno per giorno.

Eppure, e sia l’emozione contingente, appunto, adesso, in una notte come questa, non posso non pensare a un anno fa...

All’amore mio bellissimo, che la vita mi ha dato e che la vita stessa mi ha tolto, alla stessa maniera: immeritatamente. Si vede che non era destino, sì, più di tanto...

Ma non mi perdonerò mai di non essere andato da lei, così in tempo a salvarla e così probabilmente...Poteva e doveva essere la logica conclusione, dopo le varie vicissitudini...Invece...

Ora sei qui con me. Lo so che non è lo stesso. Però ci sei e sempre ci rimarrai...

A sorridermi, da questa foto solare e splendente, amore mio...

Come quando mi dicesti che era importante, con me vicino e quando mi facesti promettere che avrei chiuso gli occhi e che ci avrei ceduto...

No, no, va bene....Non devo piangere, tu non vuoi, lo so...

Se pure esiste un’altra vita, dopo la morte, o un’altra forma, chi lo sa e tu sei cosciente in qualche modo, come prima e più di prima mi starai guardando e lo so che non vuoi. Ma fammi piangere soltanto questa volta, per tutta la notte, tutte le lacrime che posso, come un anno fa, di nuovo e per l’ultima volta, amore mio, perché, comunque sia, non è lo stesso, no, non è lo stesso...

Adesso che questa notte rivedrò le tue labbra dal sapore dolce e salato alle acque della Zinzulusa; risentirò il tuo respiro mischiato al mio sopra le auto che sfrecciavano veloci per un secondo all’autogrill di Brembo nord; e riascolterò la tua voce ripetermi:”Ci devi credere...Ricordi?”.

Ricordo. Prometto. Chiuderò gli occhi, quando avrò finito tutte le lacrime che posso, chiuderò gli occhi e...Ci voglio credere. Ci devo credere. Che tu continui a vivere perciò, amore mio bellissimo e che pertanto, per sempre, per sempre tu vivrai, così, insieme a me.

Sarà ogni giorno, qui, tutto intorno a San Patrignano, nei volti prima contratti dalla sofferenza e riaperti invece alla fiducia, sarà negli occhi prima svuotati dalla disperazione e riaccesi invece alla speranza, sarà così, se, là dove c’era prima una lacrima, ci sarà poi un sorriso, che tu per sempre vivrai e che per sempre così, come volevi tu, sorriderai alla vita.